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PROGETTO “PIÙ AMORE MENO RISCHI”

PER UN APPROCCIO POSITIVO E PREVENTIVO ALLA SESSUALITÀ
Dal punto di vista di un adolescente

Che cosa vuol dire avere un “approccio positivo alla sessualità”?

La premessa fondamentale è che, oggi, l’educazione sessuale non dovrebbe più puntare a spaventare le generazioni che si approcciano alle prime esperienze sessuali, tanto meno a demonizzare il sesso e le sue faccettature. Piuttosto, compito di chi si occupa di educazione sessuale è quello di provare a trasmettere informazioni, nozioni e conoscenze affinché chiunque possa approcciarsi alla sessualità in maniera piacevole, informata e consapevole, senza paure e senza dover correre rischi, sia rispetto per esempio alle gravidanze indesiderate sia rispetto alle infezioni sessualmente trasmissibili.

Obiettivo, quindi, diventa il poter scardinare limiti e false conoscenze nel rispetto della propria e dell’altrui corporeità, della propria e dell’altrui volontà e della propria e dell’altrui libertà di espressione.

Perché si rende necessario questo cambiamento di prospettiva?

Nel mondo odierno è ormai più che assodato che prevenire è sempre più conveniente che curare.

Ci troviamo, per altro, di fronte a modi sempre più diversificati di esprimere la propria identità sessuale.

Nel tempo, i diritti sessuali sono stati riconosciuti come diritti umani fondamentali ed universali e l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la Salute Sessuale come: “uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità; non riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza. Per far sì che la salute sessuale venga raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di ognuno devono essere rispettati, protetti e soddisfatti”.

Indispensabile diviene, quindi, il conoscere anche le forme di sessualità non stereotipata, non sempre necessariamente binaria, per evitare l’insorgere di stigmi, preconcetti limitanti sé e gli altri, paure invalidanti o rischi inutili.

Soltanto tramite una conoscenza che deriva da fonti certe e scientifiche, si può ridurre il rischio di cadere in atteggiamenti violenti e giudicanti.

Essere in grado di instaurare relazioni, anche sessuali, paritarie in cui vi siano comprensione reciproca e rispetto per i bisogni e i confini reciproci, contribuisce anche alla prevenzione dell’abuso e della violenza sessuale.

L’impegno personale ed emotivo di ciascuno di noi diventa imprescindibile.

E, allora, nel concreto, come ci si approccia in maniera positiva alla sessualità?

Se iniziamo a non considerare più la sessualità come un tabù ma come un aspetto sano della vita di ogni individuo, possiamo iniziare intanto a parlare in maniera seria della questione.

Non c’è un “modo giusto e corretto” per avere rapporti sessuali, piuttosto, questi devono permettere di entrare in contatto con il proprio piacere e la propria intimità, evitando di correre rischi per sé e per l’altro.

Vergogna, sensi di colpa, imbarazzi ed emozioni connessi alla sfera sessuale possono trovare spazio per essere messi in campo ed esplorati. Si arriva in tal modo ad accettare e valorizzare la sessualità, sviluppando atteggiamenti positivi e propositivi, privi di sterili giudizi.

Essere “positivi al sesso” prevede in primis la conoscenza e la comprensione della propria sessualità e del piacere sessuale, per poi estenderla, successivamente, anche all’altro.

In estrema sintesi, una visione positiva della sessualità che prevede il rispetto verso se stessi e tutti gli altri:

  • implica di aver fatto proprio un pensiero critico e consapevole sul fatto che la sessualità e il piacere che ne deriva sono sperimentati e vissuti in maniera diversa da ciascuno;
  • sottolinea che nessuna preferenza è migliore delle altre.

Avere una visione sessualmente positiva implica per forza il dover essere aperti rispetto a molteplici tipi di esperienze sessuali e disposti personalmente a sperimentarle?

Approcciarsi in maniera positiva agli aspetti sessuali non significa intanto essere necessariamente già sessualmente attivi o particolarmente disinibiti e audaci.

Significa, piuttosto, riuscire a sviluppare una predisposizione mentale, un atteggiamento di rispetto e apertura.

Essere liberi sessualmente vuol dire conoscere per arrivare a poter praticare il tipo di sesso che più soddisfa, dopo essersi adeguatamente informati, aver esplorando i propri limiti e seguendo delle proprie regole per tutelarsi e tutelare.

Vuol dire anche rispettare la diversità sessuale e le differenze di genere, essendo consapevoli dell’identità sessuale e dei ruoli di genere.

Soltanto in tal modo il sesso può divenire una piacere occasione di incontro con l’altro che non lascia strascichi fisici ed emotivi, a volte anche dolorosi.

Un’esperienza sessuale positiva che caratteristiche potrebbe e dovrebbe avere?

Il sesso, a maggior ragione se tra adolescenti, dovrebbe:

  • sempre derivare da scelte libere e decisioni consenzienti ed essere quindi privo di coercizioni, discriminazioni e violenza;
  • essere sempre sicuro per se stessi e per il partner (sia nell’accezione medico/clinica che in quella emotiva/psicologica);
  • non essere mai un’esperienza vuota, senza emozioni e vissuti correlati;
  • prevedere momenti di condivisione aperta e non giudicata con il partner;
  • seguire ad una fase nella quale si è cercato di comprendere il proprio corpo per sentirsi a proprio agio con la sessualità e con la propria identità sessuale, con i significati ad essa sottesi ed il legame con la dimensione relazionale;

Da quali fonti può derivare un’educazione positiva alla salute?

Come già, più volte sottolineato, negli ultimi tempi si punta a promuovere un’educazione sessuale consapevole che il modo di intendere il piacere sessuale è diverso per ogni individuo.

Per poter maturare un atteggiamento responsabile ed arrivare a vivere in modo appagante la sessualità, però, si ha bisogno di conoscerla, sia negli aspetti di arricchimento culturale sia rispetto ai rischi che, essa, può presentare.

Questa visione implica la possibilità di rivolgersi a professionisti specializzati, tra cui ginecologi, medici, sessuologi, ostetriche e psicologi. Per tale ragione, oggi sempre di più si tende a parlare di educazione sessuale olistica che trasmetta informazioni anatomiche, sociali, culturali, ambientali, storiche, religiose e perfino legali.

In questo processo di maturazione personale, dovrebbero avere un ruolo centrale e, possibilmente interattivo:

  • come già detto, i professionisti specializzati;
  • i genitori o le figure di accudimento;
  • la scuola in quanto prima agenzia educativa e i docenti;
  • i servizi di consulenza presenti gratuitamente sul territorio (es. consultori familiari, associazioni…)
  • i social e gli influencer;
  • i peer education.

È stato chiaramente dimostrato che un approccio partecipativo tramite il quale i soggetti sono chiamati ad investire personalmente ed emotivamente, porta a migliori risultati e a un maggiore empowerment.

Quando il parlare di sesso incontra il dover parlare anche di salute, il passo dal provare a fornire consigli utili al dare sterili prescrizioni percepite come rigide, grottesche e involontariamente comiche è molto breve.

Il progetto #piùamoremenorischi nasce proprio dal desiderio di portare la comunicazione medica e scientifica ad un livello umano, per renderla accessibile e comprensibile a tutti.

Per concludere, si ribadisce l’importanza di trovare uno spazio, condiviso o anche solo mentale e privato, nel quale potersi confrontare su questioni fondamentali.

Fare i conti con una sessualità consapevole e matura, significa saper e sapersi rispondere a varie e delicate questione, tra cui, ad esempio:

  1. decido veramente io quello che voglio fare del mio corpo? E mi va di fare quello che il partner propone? Voglio farlo realmente o desidero solo “accontentare” l’altro?
  2. al contrario, il mio partner è convinto di fare quello che facciamo? Siamo liberi e consenzienti realmente entrambi? Appare ancora necessario e non scontato ricordare che rispettare i NO, i limiti e i divieti, posti da se stessi o dagli altri è il primo passaggio necessario per rendere la società civile, sicura e rispettosa.
  3. sono realmente sereno con me stesso e con l’altro durante un rapporto sessuale?
  4. io cosa voglio veramente? Cosa mi piace? Come mi sento appagato? Conosco tutti i modi che esistono per essere in rapporto con gli altri?
  5. conosco bene il mio corpo o vorrei scoprirlo di più?
  6. assecondo quello che il mio corpo mi chiede o mi forzo a fare cose che non mi danno appagamento e piacere, soltanto per seguire canoni socialmente accettati e condivisi di essere in rapporto con la sessualità altrui?
  7. ho bisogno di saperne di più? Mi sento realmente sicuro?
  8. accetto il mio corpo e i miei desideri?
  9. di cosa ho bisogno per sentirmi meglio? (informazione, sicurezza, accettazione?)
  1. riesco a parlare con serietà e tranquillità di aspetti sessuali, almeno con il partner?

Soprattutto in età adolescenziale e giovanile avere dubbi, timori, incertezze non solo è lecito ma è, anche, normale ed auspicabile.

Chi si concede tempo e spazio per attraversare tutto ciò con calma, senza fretta sarà un adulto più maturo emotivamente e più risolto dal punto di vista emozionale.

Vale la pena ricordare ancora come esistono contesti nei quali, anche in forma anonima, ci si può rivolgere ad adulti più esperti o a professionisti specializzati per farsi aiutare in questi processi di crescita.

“NON È NECESSARIO RISOLVERE TUTTO DA SOLI: SI PUÒ CHIEDERE AIUTO”

#piùamoremenorischi